Mondiali WAKO: 58 medaglie per l'Italia

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di Domenico Massarini

JESOLO (VE) Se pronunci la parola Italia, i più attenti ti risponderanno così ora: diciassette primi posti, 15 argenti e 26 bronzi per l’edizione tutta nostrana di un Mondiale WAKO che ha segnato il record assoluto di presenze in Veneto. Duemilaetrecentodiciannove gli iscritti per una sei giorni di gare mozzafiato. Merito dell’organizzazione impeccabile di due promoter d’eccezione come Nicola Traina e Barbara Falsoni.

Ma è giunto il momento, ora, di riavvolgere il nastro.

E’ il giorno della verità. Quello che hai sempre sognato, immaginato, bramato. Quello in cui scopri realmente chi sei, quello in cui non hai scuse, non ci sono i sé, nè i ma, non esiste un’altra occasione. E’ così. Ma non sei solo. No, non è come le altre competizioni, si respira un’aria differente. Stavolta, al tuo fianco non avrai solo il coach, il tuo coach, bensì una nazione. Intera. E’ dal giorno in cui arrivi in ritiro che sogni di vestire quella maglia e di farlo nella finalissima. Ora ci siamo. Sei lì. L’azzurro ti dona, è vero. E quello scudetto sul petto ti dà il senso di appartenenza ad un qualcosa che oggi, più di ieri, senti prepotentemente tua. “Con quella casacca addosso sono invincibile” ha chiosato prima di te, qualche anno fa, un vecchietto che siede ora al tuo angolo. Le stesse sensazioni le stai provando tu. No, non è la solita gara, dicevamo. E’ il giorno della verità.

Guantoni indossati, rigorosamente Sap, in pieno stile azzurro, caschetto appena “serrato”, lo speaker del Palazzo del Turismo di Jesolo fa il tuo nome. Pronto? Forse no, ma si parte lo stesso. Per la maglia, per il coach, per il tuo futuro, ma soprattutto per difendere quel tricolore che, così fiero, porti sul petto.

E allora? Stringi i denti, picchia più forte dell’altro e vai avanti, fino alla fine. Così come hanno fatto i nostri, così come il settore tecnico desidera.

Ad eccellere nel ring, è il coriaceo Alessandro Caputo, 67 kg di muscoli e cuore che hanno “abbattuto” il favorito russo. A seguire la strada fatta dal pescarese, all’interno delle quattro corde, spinti dal duo Pinto-Topa, il gigante italo-albanese Elios Lulaj (old junior, cat. 91 kg), il materano Antonio Gravela (old junior -57 kg) e la signorina del ring Irene Cipriani (-70 kg). Gradino più alto del podio anche per Andrea Lombardo, Mattia Vitale, Gennaro Di Massa, i calabresi Federica Mirabello e Carmelino D’Alì, Chiara Teodorani e Francesca Ceci per la disciplina Point fighting. Medaglia d’oro nel Light contact per Manuel Petralia, mentre ad eccellere nella Kick light sono stati: Riccardo Scarano, Noemi Esposito, Antonio Dell’Olio e Sveva Scandurra.

Applausi a scena aperta per le 58 medaglie conquistate in casa Fikbms. Stiamo crescendo e le statistiche lo dimostrano. Alle nostre spalle ben 62 nazionali. A guardarci dall’alto solo Russia (73 ori) e Ungheria (19). Ora che il giorno della verità è arrivato per cadetti e juniores, con sogni e premi in tasca voltiamo pagina. Si pensa al prossimo impegno. Il campionato Europeo WAKO senior di Bratislava. E’ il giorno della verità. Ancora una volta.

Foto: Giorgio Ceravolo/FIKBMS

 

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