Dalla campagna #MuaythaiConnects è nata l'idea dei primi IFMA World Virtual Championships a maggio con eventi di qualificazione che iniziano già a giugno e gli eventi di qualificazione finali che terminano 4 mesi dopo.
Oltre 30.000 atleti in oltre 100 paesi hanno partecipato ai loro Campionati Nazionali Virtuali.
Per l’Italia circa un centinaio di atleti coinvolti con giudici, arbitri, coach, dirigenti e la Federazione FIKBMS.
La Pandemia ha dato vita all'iniziativa IFMA Muaythai Connects che va ben oltre una soluzione temporanea al rinvio o alla cancellazione degli eventi di Muaythai.
Abbiamo fatto il punto con Davide Carlot, executive board member e dirigente settore Muaythai in Fikbms con Mauro Bassetti.
“L'iniziativa - racconta Carlot - è in linea con la filosofia IFMA di utilizzare Muaythai per promuovere l'unità nella diversità, promuovere il rispetto, la comprensione culturale e lo scambio sportivo. La pandemia ha colpito tutte le nostre vite e il mondo dello sport non fa eccezione. Quando la pandemia è iniziata 8 mesi fa, gli atleti di tutto il mondo si sono trovati in condizioni di isolamento e con limitate opportunità di allenamento. Era una priorità dell'IFMA garantire che gli atleti IFMA continuassero ad essere fisicamente e mentalmente attivi e utilizzassero risorse virtuali e social media per connettere il mondo esterno. IFMA l'ha vista come un'opportunità per trasformare la crisi in opportunità con la campagna #muaythai connect, organizzando formazione e opportunità sociali per portare il mondo di Muaythai su un'unica piattaforma unificata. Non era richiesto alcun passaporto, visto o biglietto aereo. Gli atleti si sono invitati a casa loro, allenandosi insieme. Viviamo in un mondo in cui purtroppo la politica può tenere separati i paesi. Tuttavia, sulla piattaforma virtuale IFMA e nella famiglia IFMA la politica non ha posto”.
Per molti atleti il viaggio non finirà qui poiché i vincitori del Max Fit e della Aero Fit Competition si qualificheranno per rappresentare Muaythai all'Unitied Through Sports World Youth Festival e avranno l'opportunità di impegnarsi con giovani atleti di oltre 70 altri sport con il patrocinio del Comitato Olimpico Internazionale, Comitato Paralimpico Internazionale e Special Olympics International.
Questo Festival sarà ospitato dalla Thailandia.
“Abbiamo imparato dalla pandemia - conclude Carlot - quanto sia fragile la vita. Che la pandemia non conosce confini o posizione sociale, essere solidali, allo stesso tempo essere innovativi e adattarci per assicurarci di rimanere attivi e sani sia fisicamente sia mentalmente”.